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giovedì 8 aprile 2010

PostHeaderIcon RP E GIORNALISMO: 'MEDIA SURVEY 2010'

Il 1 aprile 2010 è stata pubblicata online l'annuale 'media survey' di PR Newswire/PR Week. 
Lo studio, che ha coinvolto 1300 giornalisti americani di quotidiani (34%)  riviste (32%), giornali online ( 13%) televisione (5%), radio (8%) e blog (6%) e per la prima volta anche 1385 professionisti delle relazioni pubbliche, è volto a comprendere come sono cambiate le relazioni fra giornalismo e RP in uno scenario in cui i social media hanno radicalmente rivoluzionato la comunicazione.


I SOCIAL MEDIA E IL RAPPORTO GIORNALISMO/RP 


Il 39% dei giornalisti 'tradizionali' ha fra i propri compiti professionali quello di scrivere su un blog; al 37% è stato chiesto di divulgare i propri contributi via Twitter.

Il 46% dei giornalisti ammette inoltre di utilizzare talvolta i blog per motivi di ricerca; il 33% utilizza i social network, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno.


"Nell'era digitale siamo alla ricerca del modo più veloce ed efficiente di entrare in connessione con altre persone del settore", dice Eric Berger, blogger di Houston Chronicle.

"La copertura mediatica spesso deriva dalla costruzione di un rapporto col giornalista e sta diventando sempre più frequente nel nostro settore costruire relazioni attraverso i social media, dice Amy Prenner, fondatrice del Prenner Group di Los Angeles.

Secondo la survey, il  62% dei PR professionisti segue a sua volta singoli giornalisti e media sui social network.


LA PREVALENZA DEI BLOG


Complessivamente, al 59% i giornalisti sono anche autori di blog, sia a livello professionale che personale, e il 31% è autore di blog per la propria testata d'appartenenza, con una lieve crescita rispetto al 28% del 2009.

"Vediamo i giornalisti della stampa entrare nel mondo dei blog  per la richiesta da parte del pubblico" dice Berger. "I lettori vogliono poter accedere ai contenuti in diversi modi e i blog forniscono la possibilità di dare un'impronta personale a un determinato articolo. E più informale. Ma i lettori vogliono leggere ancora anche news tradizionali, quindi vedremo molti reporter scrivere su entrambi".

Elizabeth Hamel, opinionista e blogger del Chicago Sun-Times, afferma che avere un blog può certamente risultate utile per molti giornalisti. "I blog vengono usati per postare novità nel momento in cui accadono, mentre può richiedere più tempo diffonderle se devi scrivere un pezzo di tipo tradizionale".

Secondo la survey, inoltre, anche il modo in cui i blogger concepiscono se stessi sta cambiando: il 52% dei  blogger ritiene il proprio lavoro paragonabile a quello dei giornalisti, contro il 37% del 2009.

Con una blogosfera così attiva, il 44% dei professionisti delle PR scelgono di eludere i giornalisti tradizionali per comunicare talune novità: il 17% dei rispondenti afferma di ricercare meno frequentemente uscite sui media tradizionali; il 66% sta inserendo con più frequenza i blogger tra i propri target di riferimento; il 45% dei relatori pubblici parla direttamente al consumatore.

“I blog sono posti perfetti per parlare di nuovi prodotti perché [...] i blogger riescono a 'coltivarsi' un pubblico che crede alle loro opinioni e allo stesso modo è appassionato degli argomenti trattati", dice Berger.

 I giornalisti usano i blog anche per svolgere ricerche: il 45% afferma di aver citato un blog in un articolo.
Nel ricercare informazioni su una specifica azienda, invece, il 90% dei giornalisti fa ancora riferimento al sito web ufficiale,  il 24% consulta blog generici, il 23%, infine, fa riscorso al blog aziendale per trovare informazioni relative a uno specifico argomento.

Per una ricerca generale sulla storia dell'azienda, il 34% dei giornalisti legge  i blog aziendali, ma il 51% ammette di non trovarli utili, a causa del modo di presentare le informazioni,  non pienamente oggettivo.
Peter Bernard, procacciatore di notizie per WFLA, dice che "Il blog della società può fornire informazioni basilari, ma si vorrà pur consultare una fonte più obiettiva. Non si può prendere ciò che un'azienda dice di se stessa come una verità oggettiva".


IL LATO SOCIALE DELLA PROMOZIONE

Secondo la survey, il 43% dei PR usa i social network per far giungere determinate informazioni ai media, il 76% usando Twitter e il 49% tramite Facebook.

I dati mostrano una forte connessione tra pr e giornalisti:
il 61% dei giornalisti che hanno ricevuto notizie di PR tramite social network ha ricevuto lanci via Facebook, il 44% via Twitter.

Comunque, è in crescita la popolarità dei siti di microblogging come strumenti di promozione: un anno fa solo  il 18% dei giornalisti riceveva informazioni 'promozionali' tramite Twitter.

 Il  61% dei giornalisti afferma che i dati forniti dalle PR vengono citati nei propri articoli solo dall'1 al 20% delle volte. E il 44% afferma che solo lo 0/25% delle sollecitazioni che ricevono sono connesse a ciò di cui scrivono.

Questo dato contrasta con quanto sostenuto dai PR: il 47% di questi, infatti, afferma che dal "75 al 100% dei loro 'comunicati' sono  personalizzati e in target"

Vince Guerrieri, assistant editor e reporter per The News Messenger/Port Clinton News Herald , dice di aver notato un cambiamento nei rapporti fra giornalismo e pubbliche relazioni: i giornalisti interagirebbero più spesso con i PR, a causa del bisogno di una sempre maggiore rapidità di connessione e di continua creazione di storie.


LE PR SECONDO I GIORNALISTI


Secondo la ricerca,  l'84% dei giornalisti considera le e-mail il miglior modo di ricevere notizie, con un aumento del 3% rispetto allo scorso anno.

Solo il 4% dice che il telefono è il miglior modo per farlo.

Tra i PR, il 74% reputa essere le e-mail il modo migliore per comunicare con i giornalisti.

Quest'anno, il 34% dei giornalisti ha dichiarato che i comunicati che incorporano elementi multimediali li aiutano a capire meglio una storia.
“La multimedialità è una tendenza in crescita per i PR ed è in diretta correlazione con ciò che i giornalisti fanno nel loro lavoro, dice Adam Leiter, della Star Group PR.
"I giornalisti caricano video, foto e link nei loro blog, e aggiungere questi materiali alla rassegna stampa tradizionale può facilitare il lavoro".

Il 53% dei giornalisti considera i link da altri media e blog un importante modo di verifica del proprio successo. Tuttavia, solo il 49% considera i commenti dei lettori altrettanto importante, con un discreto calo rispetto al 52% dallo scorso anno.
Kate Corcoran, technology editor di WWD, afferma: "Certamente guardiamo in primo luogo il traffico, per verificare il successo di una pagina. Controlliamo quante volte una pagina è visitata e quanto spesso è inoltrata via e-mail. E se c'è un certo argomento che viene inoltrato molto, cerchiamo di parlarne di più".

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