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lunedì 17 maggio 2010

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L'ufficio stampa della Casa Bianca si sta comportando sempre più come un media indipendente, che rilascia notizie 'esclusive' bypassando i media tradizionali.

La notizia è di Fox News, che riporta alcuni dati interessanti sulla strategia di comunicazione assunta da Barack Obama e dai suoi collaboratori, basata sulla diffusione di notizie e materiale multimediale esclusivo per mezzo delle piattaforme 'new media' della White House: sito, blog, social network, servizi di photo sharing.

Tuttavia il continuo aggiornamento delle informazioni sul sito, l'utilizzo costante del blog e degli account Flickr e Twitter (@whitehouse)per il rilascio di immagini e comunicati importanti, stanno facendo sorgere il dubbio, tra i giornalisti accreditati, che l'ufficio stampa presidenziale stia cercando di sfruttare le sue proprie risorse interne per gli annunci di maggior rilievo.

Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, ad esempio, la scorsa settimana ha utilizzato il suo nuovo account twitter per diffondere un articolo dell'Associated Press sulla divisione in due agenzie del Minerals Management Service, l'agenzia federale che gestisce il gas, il petrolio e le altre risorse minerarie degli Stati Uniti.

Lo stesso account è stato utilizzato, a marzo, per lanciare la notizia che Obama avrebbe rimandato le sue visite in Indonesia e Australia per lavorare sulla riforma sanitaria.
In occasione della nomina di Elena Kagan a procuratore della Corte Suprema USA, l'annuncio è stato dato tramite un video prodotto internamente e un'intervista postata sul blog della Casa Bianca.
Lo scorso mese, la Casa Bianca ha addirittura etichettato come 'servizio esclusivo' il video di Michelle Obama in visita ad Haiti per sondare i danni del terremoto, commentato dalla voce fuori campo di Barack.


I filmati hanno scatenato proteste da parte dei giornalisti che si occupano della Casa Bianca: ad esempio Josh Gerstein, corrispondente alla Casa Bianca per Politico.com, ha detto che la dipendenza dai new media "sta creando un forte di risentimento tra i giornalisti 'vecchia scuola'" e ha aggiunto che "nel tempo, quel risentimento può crescere, e, durante una crisi, può verificarsi il caso che la Casa Bianca non abbia lo stesso livello di credibilità o rispetto da parte di quei giornalisti che sentono di essere stati intenzionalmente tagliati fuori dal cerchio".

E Andrea Mitchell, del canale tv MSNBC, ha recentemente affermato on air che la Casa Bianca con il video sulla Kagan stava "oltrepassando i limiti".

Davanti alle accuse, la Casa Bianca si difende affermando che  il proprio ufficio stampa tenta solamente di rilasciare informazioni in modo quanto più diretto ed efficiente possibile.

Ma nel frattempo Obama, scrive Fox News, non ha tenuto una sola conferenza stampa in piena regola dallo scorso luglio, quando ha riunito i giornalisti alla Casa bianca per discutere la riforma della sanità, tanto che Ed Chen, Presidente dell'Associazione dei corrispondenti per la Casa Bianca, ha avuto un  incontro con il portavoce Gibbs per chiedere una maggiore esposizione da parte del Presidente.

Volendo fare un resoconto dei rapporti fra la stampa e Obama durante il suo primo anno in carica, si può dire che Obama sotto certi punti di vista si è aperto alla stampa, sotto altri se ne è difeso.

Secondo una ricerca di Martha Joynt Kumar della Towson University (Maryland), Obama, nel suo primo anno di mandato, avrebbe avuto solo 47 brevi sessioni di q&a con i giornalisti: non molte rispetto alle 147 del Presidente Bush e alle 252 di Clinton nello stesso periodo.

L'attuale presidente, scrive la Kumar, avrebbe tenuto ben quattro conferenze prime-time nella East Room, un numero mai raggiunto per un presidente nel suo primo anno di attività, ma in termini di conferenze stampa totali, Obama ne ha tenute poche, solo 27, poco più di Bush (19) ma molte meno di Clinton (45).

Sono confronti che devono tenere conto del grande cambiamento che internet ha avuto negli ultimi anni: il cosiddetto web 2.0 è una realtà che né Clinton né Bush hanno potuto utilizzare. Questo non toglie, però, che il modo di comunicare con i giornalisti accreditati alla White House è molto cambiato con Obama e, benché si tratti della sala stampa più importante del mondo, la regola fondamentale di non scontrarsi con i media e soprattutto con le loro abitudini, è meglio rispettarla.




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