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martedì 4 maggio 2010

PostHeaderIcon LIBERTA' DI STAMPA: L'ITALIA ANCORA PIU' GIU'

Si è celebrata ieri 3 maggio la 18° Giornata Mondiale ONU per la Libertà di Stampa.
Non contenti della vergognosa retrocessione dell'anno scorso dove, secondo Freedom House, l'Italia entrava a far parte per la prima volta dei paesi con libertà di stampa parziale, in 72° o 73° posizione al pari del Tonga, quest'anno il rating del 'bel paese' va ancora più giù, a pari merito con paesi quali Hong Kong, Benin e India, collocandosi dunque fra la 72° e la 75° posizione.

E Reporters sans frontières è ancora più severa, perché secondo l'organizzazione internazionale l'Italia passa dalla 44° alla 49° posizione.

Il peggioramento delle condizioni della libertà di stampa in Italia è quanto emerge sia dalle ricerche di 'Freedom House', l'organizzazione indipendente fondata negli USA che dal 1941 "supporta il cambiamento democratico, monitora lo stato della libertà, e si batte per la democrazia e i diritti umani" che dai dati forniti da 'Reporters Sans Frontières', l'organizzazione internazionale non governativa che da 25 anni difende la libertà di stampa nel mondo, svela l’elenco dei 40 maggiori nemici della libertà d’espressione.

Nella classifica di Freedom House, la libertà di stampa in territorio italiano è inferiore a quella di tutti i paesi dell'Europa Occidentale che risulta, comunque, il continente con la maggiore libertà di stampa nel mondo (92% dei paesi completamente liberi; l’8% solo parzialmente), seguita dall’America (48% di nazioni libere) e dai paesi di Asia e Pacifico (38%).

La situazione risulta invece drammatica nei paesi dell’Africa del nord e medio-orientale, dove a fronte di un 5% di aree completamente libere si riscontrano il 16% di aree parzialmente libere e un 79% di paesi “non liberi”.

A livello globale, comunque, la libertà di stampa mostrerebbe un progressivo deterioramento nel corso degli ultimi otto anni, svelando oggi uno scenario in cui solamente 1 persona su 6, nel mondo, vive in un paese in cui la stampa è libera.

A un confronto con i dati del 1980, la situazione africana risulta pressoché invariata, mentre la libertà di stampa in Europa, sostanzialmente aumentata fra il 1980 (76% delle nazioni completamente libere) e il 1990 (95%), risulta oggi, nel 2010, in lieve calo (92%).

“Reporters sans frontières”, invece, afferma che l'Italia è al 49° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, con un calo di ben quattro posizioni rispetto allo scorso anno.
Lo ha affermato il Vicepresidente nazionale dell’Associazione Domenico Affinito, nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri, 3 maggio, all’Aquila.
Ma l'organizzazione pubblica anche un'altra graduatoria: si tratta della “lista dei predatori della libertà di stampa” che “quest’anno comprende 40 nomi. Sono politici, funzionari statali, esponenti religiosi,milizie e organizzazioni criminali che attaccano direttamente i giornalisti e per i quali la libera stampa è un nemico privilegiato, la loro bestia nera”.

Alcuni dei nomi segnalati sono gli stessi presenti anche nella lista dello scorso anno. In America Latina, ad esempio, i trafficanti di droga, la dittatura cubana, le Farc e i gruppi paramilitari continuano a costituire una
grave minaccia alla libertà di stampa.

Altri nomi sono comparsi quest’anno: quello del Presidente dello Yemen, ad esempio, Ali Abdullah Saleh. Le autorità locali, infatti, sarebbero divenute molto più repressive dello scorso anno, creando un apposito tribunale per i reati di stampa, perseguitando giornalisti e testate.

Nella lista, però, compaiono anche nomi che coinvolgono “il bel paese”: si tratta delle organizzazioni criminali mafiose, che minacciano scrittori come Roberto Saviano e giornalisti quali Lirio Abbate e Rosanna Capocchione, costretti a vivere da anni sotto protezione della polizia.

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